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  • Carlo Albarello

La libertà di scegliere

Tra le molte recensioni ricevute, pubblichiamo la recensione del romanzo di Viola Ardone, Oliva Denaro (Einaudi, 2022), per mano di alcuni studenti del Liceo Classico Minghetti di Bologna.



«Di quello che desidero, io non devo dare conto a nessuno»

In cosa è diversa una donna da un uomo perché le sue volontà vengano studiate e discusse come fossero il movente di un delitto? Sia nel passato sia, purtroppo, nel presente, sia nelle strade sia nelle case e nei social, la donna viene messa sotto l’occhio critico della collettività come se fosse perennemente in un’aula di tribunale. È ancora costretta a difendersi dai giudizi di una mentalità conservatrice e bigotta in un mondo progredito. Perciò, nonostante il romanzo sia ambientato nell’Italia del Dopoguerra, la storia è condivisibile da tutte le donne senza differenze di età o nazionalità; forse proprio per questa ragione il titolo è l'anagramma dell'autrice Viola Ardone, scrittrice e professoressa originaria di Napoli.


Un fatto di cronaca

Il libro ispirato a un fatto di cronaca (la storia di Franca Viola, grazie alla quale nel 1981 venne abolito l'articolo 442 del codice penale che prevedeva l'estinzione di ogni reato con il cosiddetto "matrimonio riparatore") segue la crescita e l'evoluzione di Oliva, una bambina cresciuta nel paese siciliano di Martorana negli anni ‘60. Le giornate della bambina passano spensierate perché ancora non è “arrivato il marchese” e può permettersi di studiare, per essere la migliore della classe, correre e interpretare le forme delle nuvole con il suo amico Saro. Tuttavia questo primo periodo sereno, in cui sperimenta inconsciamente la società oppressiva nella quale è immersa, verrà stravolto ben presto e poco a poco Oliva inizierà a doversi adeguare alle dure regole che governano le vite delle altre ragazze.


«Io una donna singolare non l’ho vista mai». Così si esprime la protagonista ma il romanzo rovescia questa affermazione, poiché, come si evince dall’evolversi della narrazione, sono proprio le donne che confrontandosi e aiutandosi tra loro, giungeranno ad abbattere i confini del paese fino ad avere un riscontro su scala nazionale. Il primo incontro di Oliva con una figura femminile esterna alla classe e alla mentalità di paese è con la maestra Rosaria. Il personaggio è indicativo del destino cui vanno incontro le donne emancipate e indipendenti in una realtà chiusa e provinciale. Bollata come “sbrigugnàta”, la donna viene emarginata dai concittadini, tuttavia Oliva ne comprende il valore e la considera un modello da seguire che l’accompagnerà nella crescita, come un aiutante silenzioso, nella forma delle declinazioni latine scaccia-pensieri.


Figure di donne

Al fianco di Oliva nel suo percorso scolastico, troviamo Liliana, ragazza intelligente, che le presenta una visione della società fuori dagli schemi tradizionali e condivide con lei delle “finestre” verso l’esterno: foto e riviste di un mondo che alle giovani appare quasi fiabesco. Proprio come la maestra, anche Liliana è oggetto di forti critiche per il suo comportamento (tutte rigorosamente alle sue spalle): «Mia madre diceva che Liliana era cattiva compagnia e fosse stato per lei mi avrebbe ritirato dalla scuola, perché per una femmina non sta bene sapere troppe cose» Opposte a queste due figure femminili simbolo di emancipazione, troviamo la famiglia delle Scibetta, le prime malelingue del paese, schiettamente oneste nel diffondere pettegolezzi e ingrandirli, senza mostrare alcuna empatia o comprensione per i protagonisti delle loro conversazioni.


La famiglia

Un altro tema che assume un valore centrale è quello della famiglia e delle sue dinamiche; assieme ad Oliva subiranno un'evoluzione nel corso della narrazione e si riveleranno più complesse di ciò che appaiono in superficie. Oliva è infatti dipendente dalle opinioni della madre ( afferma che «La figlia è come la madre la vede, se ti vede brutta, sei brutta»), fin da subito presentata come una donna dura e severa che, abbandonate le passioni giovanili e la regione d’origine, ha dovuto adattarsi alla realtà di un paese con regole silenziose ma giudizi rumorosi.


La donna ha un ruolo dominante all'interno del nucleo familiare. Preso il controllo della casa, programma le vite dei figli attribuendo loro dei precisi ruoli nella società: organizza l’infelice matrimonio di Fortunata, sorella maggiore di Oliva, plasma l'atteggiamento dell’unico figlio maschio, e cerca di guidare, forse mossa dai suoi rimpianti, le scelte di Oliva, riuscendo solamente a far nascere in lei l’invidia per le libertà concesse al fratello gemello e l’intenzione di deviare dal percorso che la società riserva alle donne.


D'altra parte invece, il padre un personaggio criptico e dall'atteggiamento apparentemente passivo, rappresenta una figura primaria nella crescita emotiva di Oliva e l’unico in grado di darle forza tramite piccoli gesti: come il rito ricorrente della cattura dei “babbaluci”, un momento speciale che unisce padre e figlia anche nei momenti in cui non ci sono parole adatte per confortarsi.


Salvo

La figura di Salvo, appunto, viene esaminata grazie all’uso sapiente della focalizzazione interna, con la quale inoltre, l’autrice riesce perfettamente a far immergere il lettore nell’ambiente siciliano e a mostrare il mondo attraverso gli occhi di una bambina. Il modo di esprimersi di Oliva cresce insieme a lei: parte da un linguaggio semplice che, tramite espressioni tipiche del linguaggio popolare e considerazioni puerili, riesce a trasmettere l’ingenuità e l’innocenza di una bambina, anche davanti a eventi per lei incomprensibili, e con l’evolversi della storia matura, pur conservando fino alla fine la sua frase caratteristica «Io sono favorevole». Un tic linguistico simile a quello del padre («Io non lo preferisco»), che vuole forse indicare come, malgrado il dolore di ciò che ha vissuto, Oliva sia in fondo, rimasta sempre la bambina scura con gli occhi neri che “correva a scattafiato” per le strade del suo paese. - Elettra Di Legami - Arianna Di Stefano - Luisa Pirrone - Enrico Zerbini

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